domenica 6 settembre 2009

Silenzio per favore ... Devo rivoluzionare il mondo!

Avete mai avuto occasione di lavorare in open space? Un’interpretazione della vita d’ufficio che definirei un cult del mondo del lavoro tra la metà degli anni ‘90 ed i nostri giorni; uno spazio lavorativo caratterizzato da limitati elementi divisori tra le postazioni e rari momenti di vero silenzio, ma anche da estrema facilità di comunicazione e condivisione immediata di idee e punti di vista.
Perché alcune aziende hanno scelto di percorrere questa strada? Potremmo definirla una pratica strategia di Knowledge Management: il contatto visivo e uditivo con i colleghi facilita la trasmissione della conoscenza. Un semplice esempio: un neoassunto comprende i primi elementi della cultura aziendale semplicemente ascoltando come i colleghi più esperti discutono o interagiscono al telefono. A volte, molto più banalmente, si tratta di scelte di pura logistica: è molto più facile piazzare 15 persone in uno stanzone che far costruire 5 uffici separati. O pensavate che logiche di questo tipo non contassero in azienda?
In ogni caso - chi ha avuto esperienze di open space potrà confermare - la convivenza è difficile ed aziendalmente insidiosa. Chi stabilisce il confine virtuale tra il “mio” ufficio e quello dei colleghi? Perchè un confine ci deve comunque essere. In più, l’atteggiamento individuale verso la confusione, i dialoghi a voce alta o le conference call con 10 utenti che provano a sovrapporre le proprie voci è estremamente variegato all’interno della popolazione aziendale. C’è chi non riesce a concentrarsi senza un religioso silenzio ...
Come comportarsi per non disturbare i colleghi? Basta rispettare alcune semplici regole di convivenza. Capitolo voce: ricordatevi di tenere sempre e comunque sotto controllo il tono della vostra voce. E’ facile oltrepassare il confine e guadagnarsi le imprecazioni dei vicini. Stati d’animo: spesso l’incapacità di gestire lo stress si propaga facilmente all’interno dello spazio lavorativo, saltellando di collega in collega.
Ancora una volta, la moderazione è fondamentale: è vietato quindi rimproverare, inveire o disperarsi. Altri accorgimenti: abbassare il volume della suoneria dei telefoni e del PC; non abusare dell’aria condizionata, in un senso o nell’altro; evitare il consumo di cibi dagli odori forti ... e chi più ne ha più ne metta!Invece, per tutti coloro che vogliono prendersi una pausa dalla vita lavorativa in modalità “open”, consiglio di seguire (ovviamente nei limiti delle vostre possibilità) il metodo di Bill Gates.
Come riportato nel divertente blog di Riccardo Staglianò su Repubblica (http://stagliano.blogautore.repubblica.it/2009/08/10/le-vacanze-intelligenti-di-bill-gates/), il fondatore di Microsoft ama concedersi delle “think week” nel corso dell’anno. Si tratta di settimane vissute in un luogo segreto in completo isolamento dal mondo, durante cui leggere ininterrottamente i paper scritti dai suoi più fidati collaboratori. Argomento? Come rivoluzionare il mondo (dell’informatica). Distaccarsi, leggere, pensare e innovare. Il tutto riducendo al minimo ogni distrazione, perfino i pasti.
Pensate di poterci riuscire anche voi?
Nel frattempo ... (siamo tornati!) ... enjoy it!
Os

2 commenti:

  1. ...la scelta di lavorare in un open space spesso viene vista come mero risparmio di costi d'infrastruttura... ed invece è appunto facilitator di rapida trasmissione di conoscenza ... i senior trasmettono rapidamente know how ai junior appunto mediante l'esempio... è scelta fondamentale anche per i team leader che a mio parere dovrebbero sempre vivere il team senza isolarsi in uffici separati magari rappresentativi solo della loro posizione di leadership.
    Personalmente alcune volte nel corso della mia carriera lavorativa ho "dismesso" l'ufficio personale per avere l'occasione di vivere con il team ... occasione che spesso è stata necessità in funzione di una rapida presa di controllo della situazione tecnica ed organizzativa...

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  2. Personalmente la questione più rognosa che ho sperimentato lavorando in un open space è il rapporto con i clienti. Dovevo trovare mille scuse per andare io da loro e non farli venire da noi, altrimenti era finita... come fai a mettere a suo agio una persona in uno stanzone di 30, tutti senza nemmeno i pannelli di separazione? ;)

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