venerdì 29 maggio 2009

Professional Blogger: realtà o leggenda?

Chi di voi ha idea di quanto sia ricca la blogosfera italiana oggi? Secondo una stima di Technorati (http://technorati.com/), uno dei più potenti motori di ricerca di blog al mondo, con più di 100 milioni di blog indicizzati, la blogosfera italiana può contare su circa 3,5 milioni di blog attivi. 1,5 milioni di post vengono mediamente pubblicati ogni giorno, con picchi sorprendenti in coincidenza di avvenimenti critici per l’umanità (ad esempio, la febbre suina).
Quanti sono invece gli utenti? Secondo ComScore (http://comscore.com/, sito specializzato nella fornitura di intelligence relativa al marketing digitale, il mese di aprile 2009 ha visto più di 21 milioni di visitatori unici tra le pagine WEB italiane, per un totale di 400 milioni di ore totali di surf. E’ possibile stimare che il 35-45% di queste ore sia speso a consultare i contenuti dei blog. Mica male eh?
Perché vi abbiamo fornito questi dati? Semplicemente per evidenziare che in Italia, essere professional blogger è davvero possibile. Un potenziale mercato popolato da utenti “assetati” di post attende informazione specifica e qualificata a portata di Feed RSS. Ma facciamo un piccolo passo indietro: cosa significa realmente essere professional blogger? E soprattutto, chi ha le potenzialità per farlo?
Primo: un blogger professionale è chi sfrutta i contenuti del proprio blog con lo scopo di guadagnare. Non gli basta essere riconosciuto come esperto della materia, avere la libertà di manifestare la propria opinione o fare network; VUOLE FARE SOLDI. Dedica la sua giornata professionale all’aggiornamento dei contenuti ed alla promozione del suo blog. L’identikit non è ancora ben definito ma i dati piuttosto confusi che abbiamo oggi lo delineano così: uomo, istruito, spesso ex-professionista, reddito abbastanza alto (> 50K annui).
Aggiorna frequentemente il blog per favorirne la ricercabilità sui motori di ricerca. Inserisce contenuti specifici, di cui ha estrema padronanza, utilizzando uno stile accattivante e coinvolgente per catturare l’audience. Ha però bisogno di determinate competenze: web design e marketing digitale per esempio. Solo chi conosce a fondo le dinamiche di raccolta pubblicitaria può fare del proprio blog la fonte principale di entrata reddituale.
Love My Job! seguirà il tema con attenzione: crediamo infatti che sempre più blogger renderanno “professionale” la loro creatura virtuale. Anche le aziende si stanno adeguando: la figura del corporate blogger si sta affacciando sul mercato del lavoro. Ma questa è un’altra storia..
Realtà o leggenda? Avete ancora dei dubbi?
Enjoy it!

giovedì 28 maggio 2009

L’arte del CV… Ovvero come mi metto in vetrina. Seconda puntata

Dopo la prima puntata del 27 aprile (http://thelovemyjobblog.blogspot.com/2009/04/lartedel-cv-ovvero-come-mi-metto-in.html), oggi riproponiamo la rubrica “L’arte del CV” per condividere con voi dei semplici suggerimenti per la stesura di un CV bello ed efficace.
Nella prima puntata si era detto: impostate un CV sintetico, flessibile, pertinente, difendibile e focalizzato sulle esperienze recenti. In questo secondo appuntamento procederemo al contrario: partendo dagli strafalcioni più comuni riscontrati durante la quotidiana attività di screening, vi daremo delle dritte su cosa non dovete assolutamente scrivere su quella paginetta. Il tutto, nel pieno rispetto della legge sulla privacy: nessun nome e parole parafrasate; come si suol dire: ogni riferimento è puramente casuale!
Capitolo Foto. Includete pure una vostra foto di default nel CV, a meno che non appesantisca eccessivamente il file. Attenzione però: la foto deve essere PROFESSIONALE. Tutti noi amiamo i nostri parenti, ma perché caricare sul CV la foto che vi ritrae abbracciati con la nonna? Il recruiter di turno si farà una grossa risata, ma state sicuri che non ci sarà nessun colloquio. Avete trovato sul PC una vecchia foto in cui brindavate con amici di fronte all’Altare della Patria? Che resti nell’album dei ricordi! Rossetto dark e scollatura provocante? Per piacere..
Particolari irrilevanti. Altezza:1,82; peso: 82kg; colore occhi: verde; capelli: biondi; corporatura: atletica. Ma a chi interessa? Nel 2005-2008 Responsabile Vendite/Acquisti, rapporti con i fornitori, analisi commerciale settore HARD presso attività videonoleggio. Probabilmente il servizio HARD per dipendenti non è ancora previsto in Italia. Titoli: in possesso di libretto di idoneità sanitaria. Per la serie, provare a differenziarsi dagli altri!
Motti di spirito. “Io mi prenderei”. L’azienda ringrazierà per il suggerimento, ma probabilmente non lo accoglierà. “Sono sempre l’eccezione che conferma la regola, gli standard non hanno mai fatto per me”. Ragazzi, nessuno vuole una mina vagante in azienda. Forse è meglio tenere certe informazioni per se stessi, le organizzazioni sono burocratiche per loro stessa natura. “Lavorare in gruppo è sicuramente stimolante ma concordo con chi dice -chi fa da sé, fa per tre-”. Niente di più sbagliato, si percepisce subito confusione mentale e mancanza di coerenza.
Hobby stravaganti. Andare dall’estetista. Praticare la meditazione bioenergetica. Collezionare oggetti fatti di pasta di sale. Vivere osservare questo mondo. Per carità, alcuni sono hobby molto “alti” ma ad un primo sguardo appaiono del tutto irrilevanti. Indicare tre o quattro autori che si ama leggere nel tempo libero o la passione per la fotografia denota invece curiosità intellettuale.
Confidiamo nel fatto che questi suggerimenti vi tornino utili. Nel frattempo, vi diamo appuntamento alle prossime puntate.
Enjoy it!

martedì 26 maggio 2009

Cosa farò da grande? L'imprenditore!

Fantasia, individualismo, capitale, ed una sana dose di coraggio: caratteristiche che spingono ogni anno decine di migliaia di italiani a fondare la loro impresa e dare un cambiamento di rotta decisivo alla propria vita. Il fenomeno dalle nostre parti è davvero rilevante, tant’è che il sistema economico italiano trae dalla dinamicità delle piccole imprese linfa vitale per competere con gli altri sistemi. Ma la storia come continua? Secondo il Registro delle Imprese (dati relativi al primo trimestre dell’anno), nel 2007 il numero delle cessazioni ha superato quello delle iscrizioni (156.000 vs 142.000). E’ facile aspettarsi un dato negativo anche nel 2008/2009. Non tutte rose e fiori, insomma. Per questo motivo Love My Job! vuole approfondire la ragioni principali che spingono l’individuo a scegliere l’imprenditorialità e lo stile di vita che ne consegue, caricando sulle proprie spalle tutti i rischi del caso. Commitment. In termini organizzativi, è il sentimento che lega la persona all’azienda. In più, è un fattore che influenza la performance: è logico aspettarsi che una persona molto legata all’organizzazione avrà performance migliori. Alcuni individui raggiungono il massimo del commitment (e quindi della performance) solo se l’organizzazione in questione è di loro proprietà. Sanno che la nuova creatura invaderà quasi del tutto la loro vita privata, ma saranno così attaccati a lei da non rendersene quasi conto. Narcisismo. Gli imprenditori amano trattenersi al centro dell’attenzione ed essere riconosciuti come leader dalle persone che li circondando. Sono simbolo di azione, tant’è che molti vorrebbero imitarli nel gesto, ma si fermano proprio sul più bello. Per gli imprenditori, guardare la propria creatura è un po’ come soffermarsi allo specchio: dei veri e propri narcisi, che spesso dimenticano di doversi mettere continuamente in gioco per rimanere sulla cresta dell’onda. Incoscienza. Un elemento fondamentale, che spinge ad abbandonare carriere brillanti in Università o in azienda per scegliere la strada del rischio. Molti penseranno: una pazzia. Ma per gli imprenditori il vero rischio è comprimere quella che si manifesta come una vera e propria pulsione, restando imbrigliati nelle ragnatele delle gerarchie aziendali. Per fare il passo ci vuole incoscienza, fattore che può portare ad un successo strepitoso quanto ad un misero fallimento. Dato il forte interesse che nutriamo verso questo tema, Love My Job! approfondirà in futuro profili di giovani imprenditori ed altrettanto giovani aziende. Chi conoscesse storie di questo tipo, può segnalarcelo. Nel frattempo…Enjoy it!

giovedì 21 maggio 2009

Cerco lavoro.. HELP!

Cerco lavoro: due parole estremamente ricorrenti ai giorni nostri. La crisi che da qualche tempo ha colpito la nostra società fa sì che gli individui in cerca di lavoro si moltiplichino; al contrario, l’offerta di lavoro da parte delle aziende si contrae.

Come fronteggiare allora questa situazione? Love My Job! propone oggi una serie di consigli utili per cercare un’occupazione in maniera efficace, in tempi difficili.

Sembra banale, ma in realtà è di fondamentale importanza chiedersi: che tipo di lavoro voglio effettivamente cercare? E’ facile che in una fase lunga di ricerca di lavoro, una persona tenda a concentrarsi esclusivamente su uno o due tipi di posizioni, escludendo tutto il resto. “Ho studiato marketing, ho alle spalle un’esperienza biennale come marketing analyst ergo valuto soltanto posizioni in ambito marketing”. Perché?

La coerenza sul CV paga, non c’è dubbio. Ma avere la possibilità di uscire dai propri schemi mentali anche per una breve parentesi, a volte, paga di più. Un esperto di marketing può tirare fuori tanto da una parentesi nell’ufficio acquisti; un buon HR, deve capire di business: perché non valutare una proposta di job rotation in ambito marketing? Un aspirante CEO ha solo da imparare da un anno di gioventù passato come capo-reparto in una catena di ipermercati.

Aprite la mente! Passate un anno in un’altra funzione, in un’altra azienda, in un altro stato. Vi farà bene. In più avrete maggiori possibilità di trovare lavoro: materialistico ma molto vero!

Secondo step: dove cercare? Internet, ovvio. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un proliferare dei siti tramite cui le aziende postano annunci di lavoro. Spesso accade però che la quantità vada a discapito della qualità. Love My Job! consiglia Jobrapido, un cosiddetto portale “verticale”. Il sito funge da motore di ricerca per tutti gli annunci di lavoro postati su altri siti di e-recruitment o direttamente sui siti delle aziende clienti. In alternativa: Monster, Stepstone, Trovolavoro, Miojob, CareerBuilder o TalentManager. Attenzione però: non è facile districarsi nella giungla degli annunci.

Ultimo consiglio: build your own network! Oggi il network è tutto. Va costruito giorno dopo giorno, con una pazienza ed una dedizione degne della miglior Penelope. La tecnologia ci permette di sostituire l’agendina: Love My Job! vi consiglia l’utilizzo di LinkedIn, sito di social network pensato per costruire un network professionale. La dritta giusta per trovare lavoro potrà venire da uno dei contatti del proprio network, la raccomandazione da un vostro capo o collega. Esplorate il sito e utilizzatene a pieno le funzionalità.

Enjoy it!