giovedì 16 luglio 2009

L’inquietudine della scelta

Cari Amici di Love My Job!
Qualcuno intorno a me è in un momento delicato. Deve fare delle scelte (e visto l’argomento che ci tiene uniti in questo blog sono scelte … di lavoro). Dopo tanti colloqui, dopo tanto cercare, dopo quelle interminabili settimane tra un colloquio e l’altro quando sembra che tutto sia fermo, dopo tutte quelle volte che “ce l’ho fatta” e poi arriva la terribile lettera (o per stare al passo con i tempi, la mail) “siamo spiacenti ……” ecco che … arrivano contemporaneamente due offerte!
Vi sarete sicuramente trovati anche voi in questa situazione (e meno male, perche la possibilità di scegliere non viene data esattamente a tutti – quindi o siete fortunati o siete bravi, e secondo me siete bravi [d’altronde seguite Love My Job!]).
Che fare? Beh scegliere la migliore!
Si … ma la migliore in base a cosa? E soprattutto la migliore di oggi è quella vincente sul lungo periodo?
Che cosa si fa? Non abbiamo la sfera di cristallo in cui scrutare e cercare consiglio.
Si ascoltano gli amici, certo.
Si guarda al contesto. Si soppesano i dati economici. Si valutano le esperienze analoghe fatte da persone che rappresentano per noi dei punti di riferimento.
Ma alla fine si scegli da soli.
Un vecchio motto voleva che “i capitani di marina mangiano da soli” in quanto nel momento “dell’estrema decisione” sarebbero stati soli e di conseguenza quel pranzare senza compagni era, in qualche modo, un esercizio delle loro responsabilità.
Ad un amico consiglierei di guardare lontano. Non fermarsi all’oggi. Non valutare solo questo preciso momento, ma provare a comprendere le opportunità future.
La Brand? Certo un nome importante può essere un vantaggio. Il team di lavoro è fondamentale (sono persone conosciute? Apprezzate? Stimate?) .
I temi di cui ci si occuperà sono mera routine o incideranno sul futuro dell’organizzazione? Sono previsti dei cambi radicali, innovazioni, nuovi progetti o si aspettano tempi di mantenimento e staticità?
Ed il fattore economico? Certo incide (deve incidere), ma dal mio punto vista non è (e non deve essere) il più importante.
La logistica? La mia prima esperienza di lavoro è stata a due passi dal Duomo di Milano. Tutte le mattine attraversavo la Galleria, passavo davanti alla Scala ed andavo in ufficio. Non c’è che dire. Non male. Ma le esperienze che ho gustato di più … sono state quelle decisamente fuori dal centro città! Certe nebbie in provincia di Lodi … (e dire che sono un fautore del cosiddetto Worklifebalance – solo che non ho ancora capito da che parte sta il balance).
L’esperienza è solo italiana o avrà/potrà avere opportunità internazionali?
In sintesi: scegliere è sempre un gran …………
Cosa dire al mio amico e a tutti gli amici? Prendo in prestito le parole che disse una volta l’ex Maestro Generale dell’Ordine Domenicano, p. Timothy Radcliffe: “Ad un giovane […] chiederei di desiderare con passione … E vorrei anche che fosse curioso, inquieto, che sapesse provare meraviglia, che si chiedesse sempre il perché delle cose, senza accontentarsi di risposte facili”.
Bene, al mio amico io auguro tutta l’inquietudine possibile della scelta. Perché attraverso l’inquietudine saprà scegliere la strada migliore.
A tutti coloro che stanno scegliendo, i migliori auguri!
Eugenio Pelitti

1 commento:

  1. l'immagine "dell'inquietudine" mi è piaciuta davvero, per non parlare del capitano della marina.
    alla prossima scelta farò tesoro dei consigli
    Gios.

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