lunedì 6 luglio 2009

A colloquio con Chris Gardner (“Alla ricerca della felicità”)

Eccomi a commentare un colloquio davvero famoso. Il protagonista del film “Alla ricerca della felicità”, Chris Gardner, dopo aver colpito un broker di successo grazie alla sua determinazione e alle sue abilità cognitive (nella famosa scena in cui risolve il cubo di Rubik), viene da lui convocato a colloquio in azienda. La sera prima, però, mentre imbianca l’appartamento, Chris viene arrestato per morosità di multe in arretrato e al mattino non ha la possibilità di cambiarsi d’abito. http://www.youtube.com/watch?v=yZsL9mGkMHE Veniamo quindi ad alcuni commenti, scena per scena. - Chris attraversa l’ufficio per andare nella sala colloqui. In quel momento lui vede esattamente come lavora un broker in quell’azienda: un colloquio è un’ottima occasione per conoscere un’azienda da vicino, scoprendone la cultura, i valori e il clima aziendale. - Chris stringe la mano ai selezionatori. A tutti stringe la mano e su tutti durante il colloquio dosa bene lo sguardo. Molto positivo: è importante saper coinvolgere l’intera audience mentre si parla. - “Ho cercato di trovare una storia per giustificare… La verità è che…”. Chris non inventa esperienze o abilità fittizie che possano persuadere i selezionatori della sua idoneità, ma si mostra con trasparenza, aprendosi con fiducia agli interlocutori. Certo, durante il colloquio non rinuncia promuovere se stesso, ma lo fa attenendosi alle sue reali capacità e mostra così la sua affidabilità. - “E’ asciutto adesso?”. Alla domanda canzonatoria, Chris risponde sorridendo. In una situazione di così alta tensione, chiunque avrebbe potuto reagire male alla provocazione. Invece il suo atteggiamento positivo dimostra ottime abilità relazionali: apertura mentale, socievolezza e resistenza allo stress. Chris ragionevolmente sarà capace di mantenere un buon clima con i colleghi anche nelle situazioni di tensione sul lavoro. - “Ha già iniziato a studiare?”. Chris risponde di sì, ma chi ha visto il film sa che non è vero. Qui dimostra motivazione ad apprendere, ma se gli avessero fatto una domanda tecnica sul mestiere, come “prova del nove”? Il mio consiglio è di non avventurarsi mai in affermazioni non vere, perché c’è sempre un modo per indagarle e in quel caso il ritorno è devastante. Ancora una volta, trasparenza! - “J. dice che lei è molto determinato”. E’ una sorta di controllo delle referenze. Un po’ come quando ve le chiedono nel CV. Per un selezionatore sono importanti per verificare il vostro comportamento nel lavoro reale, al di fuori del setting studiato del colloquio. - Il riferimento al “primo della classe”: se il riferimento è relativo come in questo caso, non scrivetelo sul CV: evitate le brutte figure. Scrivete tenendo presente che tutto può essere poi verificato a colloquio e che quindi tutto deve essere dimostrabile. - “Sono il tipo di persona che…”. Con questa incisiva autopresentazione, Chris mostra in modo molto carismatico le sue principali caratteristiche personali: trasparenza, problem solving, determinazione e orientamento al risultato. Le ritrovate anche voi analizzando il suo discorso? - “Magari indossava un bel paio di pantaloni”. La risposta denota di nuovo quella socievolezza di cui ho accennato sopra e, in più, costituisce a mio avviso una modalità creativa e rispettosa per dimostrare la propria capacità di dominanza. Con rispetto e restando alle regole del gioco del selezionatore, Chris dimostra di tenergli testa. - “Le faccio sapere”. Chris non può permettersi uno stage non retribuito, ma chi ha visto il film sa che accetterà comunque. Una bella lezione di motivazione! Come riflessione finale, vorrei precisare che il successo di Chris non è dovuto al fatto che questa modalità comunicativa sia SEMPRE quella vincente. Chris ha certamente qualità positive in assoluto (per esempio, la determinazione); tuttavia il suo approccio è molto azzardato: non ha un’immagine curata, non ha un curriculum d’eccellenza alle spalle, ha qualche carenza grammaticale nell’esposizione, quasi interrompe il selezionatore per il suo discorso “Sono il tipo di persone che…”, ecc. Ancora una volta, quindi, vi riconduco all’importanza della posizione. Provate a pensare al ruolo commerciale del broker: quali sono i requisiti fondamentali della figura? Quelli che abbiamo commentato sopra: carisma, socievolezza e doti comunicative per instaurare/mantenere la relazione col cliente; trasparenza per ispirargli fiducia; dominanza per tener testa all’investitore arrabbiato o aggressivo; determinazione e orientamento al risultato per raggiungere gli obiettivi di vendita; resistenza allo stress per lavorare in un ambiente come quello che avete visto nella prima scena. Insomma, dal colloquio di Chris sono emerse tutte le caratteristiche necessarie alla posizione: ecco la chiave del successo. Provate a pensare ad altri ruoli: tutta quella dominanza e tutta quella socievolezza, così positive per questo ruolo, non rischiano invece di diventare eccessive? Concludo questa volta rivolgendomi ai selezionatori che ci stanno leggendo: i recruiter del film ci mostrano due grossi errori che vorrei si tenessero sempre presenti, per evitarli in selezione. Il primo: far trasparire la valutazione dopo la risposta del candidato. Mi riferisco all’espressione del selezionatore dopo la domanda sul “primo della classe”: il candidato percepisce immediatamente la propria non-idoneità ai requisiti richiesti. Il secondo: il ridere di gusto del selezionatore dopo la risposta “Magari indossava un bel paio di pantaloni” è un campanello d’allarme per una mancanza di obiettività nella valutazione del profilo, come in una sorta di “effetto alone” (http://en.wikipedia.org/wiki/Halo_effect). Quella risposta geniale è talmente incisiva che potrebbe cancellare tutti gli “scivoloni” fatti da Chris durante il colloquio. In questo caso Chris ha tutte le carte in regola per la posizione, ma non sempre è così: attenzione quindi a rivedere l’intero profilo con obiettività! PS. Lo sapete che nel libro autobiografico di Chris Gardner la scena è molto diversa? Rimando a un prossimo post i commenti su questo diverso colloquio :-)
Alice

2 commenti:

  1. Probabilmente nella realtà un candidato che si presenta in certe condizioni non passerebbe mai nemmeno il primo step...Alice ti è mai capitato un candidato che si è presentato a colloquio in maniera trasandata?
    mic

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  2. Mi è capitato, ma si trattava di posizioni di tecnici di cantiere. In quei casi l'abbigliamento trasandato è abbastanza comune e comunque non rappresenta una criticità.
    Non mi è mai capitato per posizioni impiegatizie o comunque d'ufficio. Penso che, se mi dovesse mai capitare un caso come quello del film (in cui il candidato si dimostra molto professionale a colloquio e si giustifica per l'inconveniente), io gli farei fare un secondo colloquio, magari con un mio collega. Così avrei modo di verificare se il suo modo di presentarsi è davvero in linea coi canoni aziendali.

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